Johnson: "La ripresa dal Covid dipende dalla cooperazione internazionale"
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Direttore: Alessandro Plateroti

Caso AstraZeneca, Johnson: “La ripresa dal Covid dipende dalla cooperazione internazionale”

Boris Johnson

Il premier britannico Boris Johnson manda un messaggio all’Italia: “La ripresa dal Covid dipende dalla cooperazione internazionale”.

Il premier britannico Boris Johnson ha parlato del blocco dell’export dei vaccini deciso dall’Italia in accordo con l’Unione europea, facendo sapere che la cooperazione internazionale è fondamentale per uscire dall’incubo del Covid.

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Johnson, “La ripresa dal Covid dipende dalla cooperazione internazionale”

La ripresa dal Covid dipende dalla cooperazione internazionale e porre in atto restrizioni mette a rischio la battaglia globale dei vaccini“, ha dichiarato Boris Johnson commentando la decisione dell’Italia di fermare l’export di un carico di dosi del vaccino di AstraZeneca destinato all’Australia.

Boris Johnson non ha menzionato il premier Draghi o il governo italiano, ma il riferimento al caso delle dosi di AstraZeneca destinate all’Australia sembra evidente.

Il caso è evidentemente quello dei vaccini destinati all’Australia che il governo italiano ha deciso di trattenere bloccandone l’esportazione. La decisione è stata assunta dal premier dopo un confronto con Bruxelles.

Boris Johnson
Boris Johnson

I motivi che hanno spinto l’Italia a fermare l’export

Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, commentando la vicenda, ha evidenziato come quello dell’Italia non debba essere considerato come un gesto ostile nei confronti dell’Australia.

“Sui vaccini bisogna fare chiarezza. Sono ancora troppi i ritardi nelle forniture in Ue e in Italia da parte di alcune case farmaceutiche. E chi è inadempiente non può avanzare scuse. Se sono stati firmati degli accordi, questi vanno rispettati.

Ecco perché come Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale abbiamo chiesto di fermare l’export di circa 250 mila dosi di vaccino anti-Covid dal nostro Paese verso l’Australia. I motivi sono chiari e semplici:

L’Australia oggi è considerato un Paese “non vulnerabile” ai sensi del Regolamento Ue;

Ci sono ancora pochi vaccini nella UE e in Italia e i ritardi nelle forniture da parte di AstraZeneca sono inaccettabili;

250 mila dosi sono tante: un conto è esportare piccolissime dosi ai fini di ricerca scientifica, un altro è esportarne 250mila.

Per questi motivi, quando abbiamo ricevuto lo scorso 24 febbraio la richiesta di autorizzazione all’esportazione dei vaccini anti COVID-19 da parte di AstraZeneca all’Australia, abbiamo posto un freno. Abbiamo deciso di consultare le altre Amministrazioni nazionali competenti – che hanno tutte espresso parere negativo – e dunque abbiamo proceduto ad inviare due giorni dopo la proposta di non autorizzazione all’export alla Commissione europea, che ha accolto la nostra richiesta il 2 marzo.

Il tutto non è un atto ostile dell’Italia verso l’Australia, ma rientra nel regolamento approvato il 30 gennaio scorso in Europa, il Meccanismo sull’export che serve a evitare che le dosi di vaccino destinate all’Unione vengano spedite e commercializzate fuori dalla Ue.

Siamo il primo paese europeo a mettere uno stop all’export fuori dall’Unione di un vaccino prodotto all’interno dei nostri confini. Come detto, i ritardi nella distribuzione sono inaccettabili e ci aspettiamo che questa nostra presa di posizione incida positivamente sulla campagna vaccinale europea”.

LUIGI DI MAIO
LUIGI DI MAIO

Di Maio: “I ritardi delle case farmaceutiche sono inaccettabili”

Le casa farmaceutiche sono in ritardo con le forniture assicurate all’Ue. I ritardi sono inaccettabili“, ha dichiarato il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio in una conferenza dalla Farnesina. “Fino a quando ci saranno ritardi continueremo a bloccarli“, ha proseguito Luigi Di Maio.

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ultimo aggiornamento: 5 Marzo 2021 17:07

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